Il Borgo di Pietralunga
Uno scrigno di storia e tradizioni nel cuore Verde d’Italia
Pietralunga è un piccolo borgo Umbro che sorge sulla sommità di un colle che si affaccia sulla Valle della Carpinella.
Il paesaggio dei dintorni è caratterizzato da un interminabile susseguirsi di colline, che correndo ai lati della valle, conducono fino alla dorsale appenninica e al confine con le Marche. I fitti boschi di querce e roverelle colorano, in primavera, di verde intenso le pendici e il fondo valle, regalando angoli di pace dal sapore quasi primordiale.
La suggestione dei luoghi, la loro lontananza spaziale e temporale dal caos della vita moderna, è testimoniata da una densità di popolazione fra le più basse in Umbria: appena 2300 abitanti su un territorio di oltre 140 kmq., con un insediamento abitativo capillarmente diffuso; ogni collina ospita infatti uno o più casolari in pietra, spesso affiancati da una piccola chiesa.
Il cuore della cittadina è dominato dalla Rocca Longobarda con la sua torre, parzialmente intatta, che ne delinea il caratteristico profilo, ben riconoscibile anche da lontano.
Le alte mura avvolgono il centro abitato cingendolo in un abbraccio che ha il suo affaccio nella stupefacente piazza Fiorucci, balcone naturale sulla valle sottostante ma anche cuore pulsante della vita del paese.
Non c’è punto migliore per iniziare la visita e addentrarti nei vicoli del borgo!
La nostra storia millenaria
Radici che si perdono nella storia
Gli insediamenti abitativi hanno origini antichissime, risalgono addirittura all’Età del Bronzo, quando i pastori nomadi della Comunità Appenninica eressero sulla cima dei colli primitive roccaforti, i castellieri e ancora oggi, nel territorio di Pietralunga, se ne contano ben quarantasei.
La fondazione del centro urbano col nome di Tufi(ernu), tuttavia la si fa risalire al popolo Umbro quando nel X-IX secolo a.C. si stanziò nel territorio.
Tra il VI secolo e l’VIII secolo d.C. Pietralunga venne riedificata sull’odierno colle dopo essere stata distrutta a seguito delle invasioni barbariche. Si trasformò così in un. Borgo fortificato, strategico per presidiare le vie di comunicazione che collegavano Arezzo, Tiferno e Gubbio lungo l’asse Nord-Sud.
A questo periodo risalgono la costruzione della Pieve di Santa Maria e l’edificazione della maestosa Rocca longobarda pentagonale. Con l’andare del tempo il territorio pietralunghese divenne una terra popolata e florida ed il nome della città venne mutato in Pratalonga in omaggio ai verdissimi e floridi pascoli che la circondavano.
Un patrimonio di sapori da custodire
Sapori antichi e orgoglio secolare
Pietralunga costudisce gelosamente un vasto patrimonio enogastronomico fatto di sapori antichi, di ingredienti di una terra unica.
Il Tartufo di Pietralunga, Re della nostra tradizione culinaria, con le sue mille variazioni stagionali, dal bianco pregiato, allo scorzone estivo. Di questo prelibato e prezioso fungo Pietralunga ha fatto simbolo della sua gastronomia, ma anche motore economico di una vera e propria industria, fatta di uomini e donne che conservano l’antica arte della cava del tartufo tradizionale, protetta dell’UNESCO.
Ma il tartufo non è il solo rappresentate delle nostre tavole, la Patata Bianca di Pietralunga, con la sua Denominazione di Originale Comunale Protetta, è un presidio antico e varietà autoctona delle nostre valli.
E come non citare le Visciole, ciliegie selvatiche da cui si ricava un liquore dolce dal sapore antico.
Frutti della nostra terra come le Nocciole di Pietralunga, esempio di sapienza agricola e un terreno straordinario, sapietemente trasformate in creme spalmabili e dolci dalla golosità irresistibile
Natura a perdida d’occhio
Foreste demaniali sterminate, dolci colline, motagne e infinite perle da esplorare
Sconfinate estensioni di boschi autentici, che si estendono a perdita d’occhio dalle basse valli occidentali fino alle pendici del Monte Nerone.
La natura a Pietralunga è di casa; è linfa che ha alimentato e alimenta l’autenticità del territorio, con una presenza umana sempre discreta e integrata nei paesaggi autentici dell’Appennino Umbro-Marchigiano.
I fitti boschi di cerri e roverelle colorano, in primavera, di verde intenso le pendici e il fondo valle, regalando angoli di pace dal sapore quasi primordiale.
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